
- 5 Maio 2018 às 10:59
Il TAR Veneto con la pronuncia in oggetto si è pronunciato su di un aspetto in generale di applicazione marginale ma in realtà di interesse nella pratica relativa alle domande di cittadinanza di discendenti di avi italiani che si trasferiscano in Italia per ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana.
Il Tribunale Amministrativo di Venezia ha infatti affermato, in motivazione, che “come può avvenire la fissazione di residenza, per così dire, “in precario” presso l’abitazione di un parente e financo di un conoscente (purché risulti la continuità della dimora), così non si frapponga ostacolo alla fissazione della residenza (specialmente per chi provenga da altre città) in una struttura ricettiva del genere” [ovvero extralberghera] .
Tale pronuncia costituisce nuovo elemento di conferma dell’illegittimità della prassi di alcuni Comuni di chiedere l’allegazione di contratto di locazione stabili (non inferiori a 6 mesi o anche 1 anno) quale elemento essenziale per la richiesta di residenza, prassi non suffragata da alcuna norma.